Avete mai sentito parlare di dimensioni del pene? Lo avete mai misurato al vostro eventuale partner per curiosità per poterlo condividere con i conoscenti? Insomma…
Le dimensioni ci influenzano?
Sembrerebbe proprio di sì! O almeno che sia un argomento di cui le persone si interessano. Infatti, il sito “Gay.it” fece uscire un articolo in cui venivano esposte la dimensioni del pene con un grafico a mappatura, differenziandolo per diversa area geografica; poche ore dopo la pubblicazione la pagina aveva una media di 64 visite al minuto per diverse settimane di seguito.
Questo sembrerebbe indice di controllo non trascurabile. Un campanello d’allarme su quanta attenzione ci sia all’argomento. Inoltre, l’articolo non si limitava unicamente dimensioni generiche, ma esplicitava dettagliatamente lunghezze e larghezze dei membri, cercando di rassicurare il lettore che non ci rientrasse.
Quindi l’uomo fa davvero caso alla propria dimensione a quella del partner? Anche in ambito omosessuale?
Un’altra ricerca “omo-sociale” americana fa emergere che il 75% dei maschi interpellati dichiarava: “Le dimensioni non sono fondamentali purché nei limiti ragionevoli”. Ricordiamoci che nel sesso omosessuale maschile oltre ad una” problematica” rispetto alle proprie dimensioni, (come ansia nel non riuscire a soddisfare il proprio partner), è anche presente la costante del confronto, in quanto i falli presi in causa diventano naturalmente due.
Secondo delle statistiche ci sono i presupposti per pensare che questa analisi di confronto con il partner avvenga molto spesso, andando ad inficiare persino su un eventuale ruolo (attivo o passivo) nella coppia. Ma quali sarebbe questo limiti? Quanto la dimensione può essere oggettiva e quanto soggettiva? Quanto questo è importante visto che nel mondo si spende cinque volte tanto per ricerche sull’aumento delle dimensioni del pene (e del seno femminile) che non nella ricerca sull’Alzheimer?

Le dimensioni medie del pene nel mondo:
Della mappa diffusa tramite “TargetMap” pare che gli uomini asiatici (cinesi, giapponesi, indonesiani, filippini e indiani) occupino il fondo classifica con una dotazione media, in erezione, inferiore agli 11,6 centimetri.
Stati Uniti e Russia nella stessa fascia medio-bassa di membri tra gli 11,6 e 13,4 centimetri.
La vera media mondiale racchiude le dotazioni comprese tra i 13,4 e i 14,9 cm. Rientrano in questa fascia media argentini, cileni, canadesi, scandinavi, britannici, neozelandesi, tedeschi, spagnoli, algerini, libici, polacchi, turchi, iraniani e iracheni. Stando ai dati della American Plastic Surgery Academy in questa fascia rientra oltre il 70% dei maschi del pianeta.
La fascia medio-alta riguarda membri compresi tra i 14,9 e 16,1 cm. Fanno parte di questa categoria: brasiliani, peruviani, egiziani, sudafricani, bulgari, olandesi, francesi e marocchini. Anche gli italiani rientrerebbero in questa categoria. C’è però un ma, non sottovalutabile, che riguarda le modalità con cui questi dati sono stati raccolti. Infatti, per paesi come Brasile e Paesi Bassi i dati sono stati effettivamente misurati fisicamente, per le misure di italiani e francesi, invece, si tratta in realtà di auto-dichiarazioni, dunque non hanno una valenza scientifica. Una ricerca sulla percezione del proprio pene effettuata a New York ha rivelato che quando si tratta di auto-dichiarazioni in questo campo gli uomini tendono ad “ingigantire” la realtà dei fatti. (Evidenziando nuovamente l’importanza di questi argomenti per gli uomini stessi). È dunque alquanto probabile che italiani e francesi rientrino in realtà nella fascia media precedente, insieme a spagnoli, tedeschi e polacchi, nazionalità per le quali i dati sono misurati e non auto-dichiarati.
Nella fascia con dotazione media superiore ai 16,1 centimetri rientrano gli uomini di Venezuela, Colombia, Equador e Bolivia, tutti misurati. Anche Ungheria, Sudan, Congo e Camerun rientrano in questa categoria però attenzione, per questi paesi ci riferisce sempre ad auto-dichiarazioni per cui può valere il fattore sovrastima illustrato sopra per italiani e francesi. Rimangono le incognite di paesi tra i quali Arabia Saudita, Giordania, Niger, Nepal, Montenegro, Mozambico, Siria, per i quali non vi sono dati di alcun genere.
Cosa succede quando gli uomini leggono certi dati?
Quando un uomo legge o gli vengono letti i dati e si sente al di sotto della media, o comunque non ha autostima delle proprie dimensioni avvengono diverse attivazioni dal punto di vista psicologico. Sembra infatti che per molti soggetti maschili VIRILITA’ = GRANDI DIMENSIONI.
Questo può comportare delle ripercussioni a livello psicologico importanti, che portano alcuni soggetti a cercare di aumentare le dimensioni del proprio pene tramite le varie possibili metodologie presenti sul mercato. In linea generale le pillole o cerotti che promettono chimicamente di far allungare il pene sono considerate dagli esperti una completa perdita di tempo (e soldi). Gli “esercizi” per l’allargamento e le pompe a suzione servono poco o danno risultati solo temporanei, mentre gli interventi chirurgici possono esporre a complicazioni. Alcuni nuovi tipi di estensori, o “stretcher”, possono produrre un qualche risultato, seppur molto contenuto.
Recentemente anche una serie tv italiana “Skam” ha dedicato la sua quinta stagione proprio a questo argomento, cercando di mostrare quali potessero essere i pensieri di un ragazzo che riteneva di avere un “pene sottodimensionato” ed evidenziando tutte le situazioni di evitamento dal sesso che metteva in atto, o l’applicazione delle metodologie citate precedentemente. Portando questo argomento maggiormente in luce.

Ma esistono dimensioni per far godere il partner?
Si! e forse questo smonterà molti degli stereotipi sulle dimensioni maschili, ricordiamoci che la vagina è profonda tra i 7 e gli 8 centimetri e non servono certo dimensioni da “capogiro” per dare piacere: secondo gli esperti bastano tra i 10 e 12 centimetri. Quindi anche i peni che secondo “target Map” sono in fascia bassa possono tranquillamente soddisfare pienamente in un rapporto di penetrazione vaginale o anale.
Quindi contano le dimensioni?
No! O meglio ci influenzano e sono argomento di interesse sia per il mondo maschile (etero ed omosessuale), sia femminile, ma non hanno un’importanza così evidente sulla soddisfazione del rapporto sessuale. Se ci fossero dei pensieri intrusivi negativi (la famosa vocina nella testa) che ci mettono a disagio, che ci portano ad allontanarci dal sesso, ad isolarci e impedirci di riuscire a vivere una vita sessuale a pieno, che portano ad una forte attivazione emotiva; diventa molto importante cercare di consultare un terapeuta o un medico prima di arrivare a qualche rimedio “fai da te” che abbiamo sopra citato. E’ importante riuscire a sfatare il mito che un “pene di grandi dimensioni” comporti un soddisfacimento sessuale maggiore di un “pene normale, o definito sotto misura”, e distogliere l’attenzione dal fatto che la virilità di un uomo non possa essere valutata in centimetri. Per quanto riguarda l’ambito omosessuale invece è importante riuscire a parlare e comunicare con il proprio partner, non fondare l’atto sessuale come una “sfida di dimensioni” che potrebbe provocare una serie di ripercussioni psicologiche sul “perdente” della competizione.
Per concludere, infine, sembrerebbe anche che ci siano nel mondo femminile dei pensieri riguardanti la forma stessa dell’organo sessuale, quindi potremmo ritrovare pensieri costanti simili a quelle del mondo maschile anche sulla forma o dimensione della vagina? Questo nel prossimo articolo.